Giugno 2021
L’educazione digitale ha assunto negli ultimi anni un’importanza centrale nel percorso di crescita di bambine e bambini sin dalla scuola primaria. Bisogna però fare i conti col mito dei “nativi digitali” entrato nel linguaggio e nel sentire comune sin dai primi anni del 2000, secondo cui le nuove generazioni, figlie dell’era digitale, abbiano un’abilità innata nell’uso degli strumenti tecnologici come smartphone, tablet, pc e di internet in generale. In realtà la situazione è molto diversa da questa narrazione.
Il report della ECDL Foundation[1] mostra due aspetti chiave: il primo è che nascere circondati dalla tecnologia e saper usare la tecnologia sono due cose completamente differenti e l’una non costituisce causa automatica dell’altra. Il secondo concetto, che coinvolge direttamente noi adulti in ruoli educativi, è che dare per scontato l’apprendimento spontaneo di capacità e competenze di strumenti complessi come quelli digitali espone bambine e bambini a un duplice rischio: innanzitutto di sicurezza personale perché non sono in grado di percepire i potenziali rischi connessi all’utilizzo superficiale dei dispositivi digitali e di internet. In seconda battuta di mancato apprendimento perché la famiglia, la scuola e le altre comunità educanti non si fanno carico di insegnare loro queste competenze fondamentali, dandole invece per scontate.
In questa cornice GuardAvanti ha scelto di cogliere l’opportunità del progetto “Piccoli che Valgono” proponendo alla Scuola Primaria II Circolo di Capoterra (CA) un laboratorio di educazione digitale. L’attività è stata pensata come dopo scuola in presenza nell’aula informatica della scuola stessa i cui spazi e le cui attrezzature sono stati rinnovati grazie ai fondi del progetto. L’idea era quella di accompagnare bambine e bambini nell’acquisizione di alcune competenze di base (navigazione sicura, utilizzo dei motori di ricerca, videoscrittura etc.) insieme a un tutor e alla presenza di genitori volontari che potessero poi, a progetto avviato, assumere su di sé il ruolo di tutor.
L’arrivo della pandemia da un lato ci ha obbligati a modificare il piano iniziale, dall’altro ha mostrato alcuni effetti positivi e immediati del progetto: i tablet acquistati dalla scuola per il laboratorio sono diventati supporto essenziale, attraverso il comodato gratuito, per i bambini e le famiglie che non disponevano di adeguati dispositivi per la DAD.
Le attività pomeridiane online sono entrate a pieno regime a novembre 2020 e grazie all’entusiasmo di bambine e bambini e delle loro famiglie abbiamo potuto raddoppiare gli incontri quasi subito su due pomeriggi a settimana. L’esperienza del laboratorio avvalora la tesi che la grande curiosità e il bisogno dei bambini (e spesso, fortunatamente, dei genitori) di capire e sperimentare l’uso degli strumenti elettronici debba avvenire gradualmente e in maniera guidata, attiva e sicura. Perché, come per qualunque altra materia o ambito educativo, solo un approccio graduale e guidato permette di padroneggiare possibilità creative, riconoscere i rischi (privacy, bullismo etc.) e crescere come cittadini digitali consapevoli.
Emanuele Vigo,
Collaboratore di Guardavanti a Capoterra (CA)